Le avventure di un geologo del petrolio in Libia

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Desidero raccontare una storia, una delle tante, che mi sono capitate durante la mia quarantennale avventura nel mondo del petrolio e di geologo in Libia: lo spunto? un articolo su un giornale che mi ha fatto riandare ai vecchi tempi, quasi cinquan’anni fa! quando, per conto della Mobil Oil, eseguivo ricerche petrolifere nel deserto libico.

Nel 1967 la Oxy (Occidental Oil Company,) una piccola società petrolifera americana ha ottenuto dal Governo Libico, grazie anche all’amicizia del suo Presidente, Mr. Hammer con il Re Idris, una serie di concessioni petrolifere molto appetibili in quanto resi di un’altra società petrolifera, la Oasis, che produceva grosse quantità di greggio nelle vicinanze di queste concessioni o permessi di ricerca.

Per legge, infatti, dopo un certo numero di anni, parte di queste concessioni dovevano essere restituite alla Stato perché altre società potessero subentrarvi e fare ulteriori investimenti. A causa del grande rush dell’epoca, le concessioni potenzialmente più interessanti erano di limitata estensione a differenza di quelle meno appetibili (come la 82 assegnata nel sessanta all’ ENI richiesta, si suppone, più per l’onore della firma che per il suo vero valore petrolifero).

Per questo motivo, l’Oasis è stata costretta dopo dieci anni, a restituire, con riluttanza, zone di sicuro interesse petrolifero alle quali hanno avuto accesso sia la Oxy (conc. n. 103) che la nostra Agip (101). Entrambe vi hanno trovato grosse quantità di greggio tuttora in estrazione anche se in minor misura.

Incidentalmente, è vero che la Oxy ha ottenuto questi permessi per via dell’amicizia del suo Presidente col Monarca libico: ma c’è anche da dire onestamente che la la Oxy aveva pattuito, in cambio delle appetibili concessioni, lo sviluppo e lo sfruttamento dell’immenso bacino acquifero dell’oasi di Kufra (scoperto guarda caso dal nostro Ardito Desio), da cui poi Gheddafi fece partire il famoso “fiume fatto dall’uomo” che porta acqua potabile dal deserto alla costa Mediterranea.

Ma la fortuna della Oxy non è stata tanto la concessione 103, ma la fortuita assegnazione di un reso della Mobil nella zona meridionale della concessione 12 dove erano stati perforati due pozzi sterili, di cui uno molto profondo. Nessuno ha richiesto questa concessione tranne la Oxy che l’ha acquisita unicamente per poter meglio vendersi alla Borsa americana dimostrando di detenere diverse concessioni petrolifere (anche se spazzatura come questa della 12) ed incrementare il valore delle sue azioni.

Ciò che ha quasi decuplicato invece il valore delle azioni della Oxy che è passata in pochi giorni da 10 a 120 dollari ad azione, è stato il fortunato ritrovamento sul reso della Mobil, società nella quale lavoravo io, nella concessione 12 a seguito di un rifacimento ed una più moderna interpretazione della sismica eseguita dalla americana GSI.

 

 

Infatti, per uno strano scherzo della natura, il petrolio è stato trovato dalla Oxy a soli due km. dico due km dal campo base della Mobil, dove io lavoravo, in una struttura a tappo detta “domo” di rocce porosissime (40% !) e molto permeabili di tipo scogliera. C’è da dire che la porosità media di una roccia petrolifera è del 15-20%.

Il giacimento costituito da soli 18 pozzi è diventato in pochi mesi il più grosso produttore dell’Africa e del Medio Oriente: la sua produzione era infatti, ed è stata per molti anni, di un milione di barili al giorno, oltre 50.000 barili al giorno per pozzo la metà della produzione totale Italiana.

Purtroppo all’epoca il costo al barile era di soli 2.5 dollari ed al Governo Libico andavano solo le royalties del 12.5%!

Essendo stato io il geologo responsabile sul pozzo sterile della Mobil(il K1-12), la Mobil ha cercato la mia testa: in Libia ed in America tutti i geologi della Società petrolifera di New York, hanno indagato sulla incredibile circostanza, hanno rivisto metro per metro tutti i campioni di terreno estratti durante la perforazione del pozzo (debitamente conservati in magazzino) e sono arrivati alla conclusione che a soli due o tre km dal giacimento della Oxy, nel nostro pozzo, non c’era traccia di manifestazioni di greggio né della facies a scogliera che accanto produceva invece un milione di barili al giorno.

Il ritrovamento casuale di questa scogliera ha innescato la corsa a situazioni geologiche analoghe nel territorio, senza alcun risultato. Ciò conferma la mia definizione del giacimento petrolifero uno scherzo della natura burlona.

Un’ultima annotazione riferita a quei gloriosi tempi: a causa del prezzo del barile che era solo di 2.5 dollari (a 600 lire/dollaro) e degli spaventosi costi che all’epoca le prime società petrolifere alla fine degli anni cinquanta dovevano affrontare per fare la ricerca in pieno deserto a 3-400 km dalla costa mediterranea, noi geologi avevamo l’autorizzazione a “ignorare” manifestazioni di greggio visibili sui campioni di terreno perforato esaminati al microscopio, che non fossero importanti.

Gli “oil show” dovevano essere veramente importanti per giustificare le costose operazioni relative all’esecuzione di carotaggi e prove di strato da eseguire per provarne la produttività.

Ne consegue che un gran numero di manifestazioni petrolifere non sono state sufficientemente indagate e che oggi, col greggio a 70 dollari al barile, potrebbero essere considerate economicamente sfruttabili.

Incidentalmente, vorrei rendere noto che la ricerca iniziata il Libia verso la fine degli anni cinquanta è stata basata sulla carta geologica del nostro Prof. Desio ripresa nel sessanta dal servizio geologico libico.

Mauro Annese

 

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