Se il Sud cresce più del Nord

E’ un dato di fatto. Da qualche anno il Mezzogiorno d’Italia cresce più del Centro-Nord in termini di Pil.

Nell’ultimo Rapporto SVIMEZ 2024 si evidenzia il balzo incredibile degli investimenti pubblici e privati nel Sud (+40,7%) nel periodo che va dal 2019 al 2023.

Il differenziale rispetto alla media del Centro-Nord è del 5% .

In particolare, nel 2023, il Mezzogiorno è cresciuto dell’1,3% e il settore che ha influito di più in questo fenomeno è stato quello dell’edilizia, seguito poi da quello dei servizi e dell’export.

Il Pil del Nord-Ovest, nello stesso periodo, è stato dell’1%, quello del Nord-Est dello 0,9%, mentre quello del Centro si è attestato sullo 0,4%.

L’aumento del valore del Pil nel Meridione ha determinato anche un aumento dell’occupazione, tuttavia è cresciuto il valore dell’inflazione, soprattutto dei generi alimentari.

Gli ultimi dati della Banca d’Italia confermano l’andamento in crescita del Sud del Paese non solo nel 2023 ma anche nella prima metà del 2024.

Pur permanendo un gap strutturale riguardo al Pil pro capite (21.714 euro al Sud, 39.786 al Nord) e un calo demografico presente da tempo nel Mezzogiorno, il Rapporto di Confcommercio “Analisi sulle economie regionali del 2024”, analizza dati simili alle precedenti ricerche. Confrontando il Pil del 2023 con quello del 2024 si può notare che sono calate le macroaree del Nord, del Nord-Ovest e del Centro, mentre è aumentato il prodotto interno lordo del Sud. In particolare le Regioni che hanno subito il maggior calo sono state il Piemonte (0,7%-0,2%), il Veneto (0,7%-0,0%) e la Puglia (0,7% 0,0%).

L’Italia, nel suo complesso è cresciuta, anche se di poco (0,7% 0,8%).

La crescita tendenziale del Sud sul resto del Paese è un fenomeno che può essere interpretato alla luce dell’aumentata propensione imprenditoriale del Sud, anche in tempi preCovid. Pensiamo all’aumento esponenziale delle start-up avviate dai giovani meridionali. Un’effervescenza che abbiamo notato già durante la stesura di “Nord Sud italiani a confronto”, Rubbettino ed. Il turismo ed il settore edilizio hanno costituito poi il volano della crescita in un momento in cui il Paese doveva sollevarsi dalla gravissima crisi dovuta alla pandemia, in un clima di assoluta libertà riguardo ai vincoli stringenti della politica europea in termini di controllo dei bilanci dei singoli Paesi e dei loro Debiti pubblici.

Oggi il quadro che si prospetta per l’Italia e per il Mezzogiorno in particolare è quello di sperare ancora nella crescita in un quadro geopolitico più sereno. Un contesto dove i vincoli sono stati reintrodotti e dove gli investimenti pubblici e privati devono poter continuare a rappresentare un volano economico importante, un contributo essenziale per non interrompere il circuito virtuoso che si è attivato negli ultimi anni.

Cristina Palumbo Crocco

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