Il nuovo orizzonte dell’alta moda: i capi anti virus

Durante il periodo della quarantena da Covid -19 molte aziende italiane hanno deciso di riconvertire la loro produzione in mascherine, strumenti di respirazione o altre tipologie di dispositivi medici innovativi.

È il caso della Albini Group che, già l’anno scorso, aveva attivato un think tank (Albini Next) per studiare l’applicazione delle più recenti tecnologie ai prodotti tessili. Albini Group ha 1300 dipendenti, sette centri produttivi ed è la fabbrica di tessuti per camicie dove si servono i giganti del lusso mondiale. Da Kering a Lvmh, con i marchi di Gucci ed Hermes. Tra gli italiani Armani, Cucinelli, Zegna.

Il nuovo pericoloso virus ha colpito duramente la provincia di Bergamo, zona in cui nel 1876 è nata l’azienda Albini Group, da sempre specializzata in tessuti d’alta gamma per la camiceria.

Come racconta l’Ad Fabio Tamburini : ” la fabbrica tessile ha accelerato il percorso di sperimentazione che ha portato al lancio di Viroformula. Dalle nostre ricerche è nata una nuova categoria di tessuti che garantisce elevate prestazioni in un nuovo segmento di performance che sarà sempre più importante”.

Abbiamo voluto andare oltre l’applicazione di un trattamento che uccide i virus, spiega il capo dell’azienda, cercando di sviluppare un tessuto le cui caratteristiche potessero potenziare al massimo gli effetti del trattamento”.

Questa importante invenzione nel campo dei tessuti si chiama Viroformula ed impiega la tecnologia Viroblock, ideata dal gruppo svizzero HeiQ che in pochi minuti impedisce ai tessuti di diventare una superficie ospite per la diffusione di virus e batteri nocivi grazie a un sistema che blocca il virus esaurendo la membrana virale nel suo contenuto di colesterolo.

Il trattamento, applicato al tessuto in fase di finissaggio, riesce a resistere a 30 lavaggi, e da Albini stanno già pensando a come dare la possibilità al cliente finale di trattare il capo più volte. I primi ordini, intanto, sono già arrivati.

I tessuti trattati con il brevetto ViroFormula potrebbero essere utilizzati per la produzione di mascherine, camici, camicie, giacche, pantaloni e ogni altro tipo di indumento. Inoltre, il procedimento di fissaggio non è dissimile da quello più comune della impermeabilizzazione.

Tra le realtà made in Italy impegnate su questo fronte c’è anche la Marzotto Group. Secondo Davide Favrin – Ceo del gruppo- durante la pandemia si è cercato capire come utilizzare il know-how dell’azienda per creare un tessuto che potesse contribuire alla protezione sì, ma anche all’inibizione del virus.

Anche la Marzotto ha lavorato in partnership con una realtà europea: hanno stretto infatti un accordo con la società svedese Polygiene, uno dei maggiori leader del settore biomedicale, per l’utilizzo del trattamento ViralOff che, applicato nella fase di finissaggio, riduce, in circa due ore, l’attività dei virus sui tessuti”.

L’idea di Favrin è quella di introdurre il trattamento sia sui tessuti per l’abbigliamento sia su quelli per l’arredo, al momento sono in fase di test.

Le richieste, intanto, arrivano da più parti. C’è interesse per questo tipo di prodotti, che saranno utili non solo a proteggere l’utente finale ma tutte le persone che, lavorando nella filiera tessile moda, maneggeranno il tessuto prima e il prodotto finito.

Grazia Crocco

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