Coronavirus : quello che c’è da sapere

Roma 24 febbraio 2020. Il virus che si sta diffondendo velocemente in molte parti del mondo e che proviene dalla Cina si chiama 2019-nCoV e come tutti i coronavirus è un virus a RNA provvisto di envelope.

L’epicentro della sua diffusione è Wuhan, luogo dove hanno cominciato a diffondersi i primi casi.

I Coronavirus sono una famiglia di virus molto diffusa, e alcuni intaccano soltanto gli animali (tra le vittime preferite gatti, cammelli e pipistrelli) mentre altri sono pericolosi per l’uomo. In questo caso, pare che la trasmissione avvenga tramite il contagio tra persone. Sembra che le cause del contagio siano da riportare all’esposizione al mercato del pesce in città a Wuhan, che non a caso è stato chiuso per evitare altre vittime.

Tra i sintomi del nuovo coronavirus cinese, che causa un’infezione virale al sistema respiratorio, ci sarebbe una polmonite acuta, registrata fin da subito dai primi casi nella città di Wuhan, ma anche si avrebbero sintomi tra cui febbre, tosse, fastidio in gola, nonché mal di testa, dolori articolari , muscolari e diarrea.

Ancora non esiste un vaccino per questa malattia ma è stata isolata dai virologi dell’ospedale Spallanzani di Roma che si occupa di malattie infettive.

La disponibilità dei dati sul virus consentirà, spiegano i ricercatori: “di perfezionare i metodi diagnostici esistenti ed allestirne di nuovi”: un riferimento, soprattutto, ai test per capire in tempi rapidi se una persona è infettata o meno.

Il virus è entrato anche in Europa in nazioni come Italia, Francia, Inghilterra, Belgio e Germania.

Non appena esploso il virus sono stati presi tutti i provvedimenti necessari per impedire l’arrivo di passeggeri dalle zone in cui si è manifestato il Virus, ma alla fine il contagio ha raggiunto anche il resto del mondo, incluse le Americhe e l’Africa.

Ad ogni modo, la trasmissione tra umani avviene in maniera molto semplice anche col solo contatto con un soggetto infetto per poi portare la propria mano in corrispondenza delle mucose oppure anche degli occhi: uno dei “mezzi” più comuni è la saliva, ma anche lo starnutire o tossire in prossimità di un’altra persona. È questo dunque il motivo per cui l’igiene personale è importante e si consiglia a tutti di lavarsi sempre le mani e con accuratezza con acqua e sapone, utilizzare delle mascherine, smaltire i fazzoletti con cui abbiamo pulito il naso ed evitare ovviamente contatti pericolosi con mani che potrebbero essere sporche.

Al 24 febbraio il numero totale dei decessi è salito a 2626, i contagi in Cina invece sono di saliti di 79524 e il numero delle persone guarite nel mondo è di 2474.

Come già accennato Il focolaio è a Wuhan, dove è partita l’epidemia, con oltre 2.714 casi confermati e oltre 100 decessi. Ma tantissimi contagiati si contano anche in altre città e province cinesi. A Pechino ci sono 80 casi e un decesso, a Shangai 66 casi e un morto.

Fra i 37 casi fuori dalla Cina, 36 sono appena rientrati da viaggi in Cina, mentre in un caso, in Vietnam c’è stata una trasmissione uomo-uomo in un paziente che non ha viaggiato. Tre casi, inoltre, sono stati scoperti quando ancora non avevano sintomi. Il 71% dei 37 casi fuori dalla Cina sono di sesso maschile e quasi tutti erano stati a Wuhan. Mentre per quelli che hanno viaggiato in altre zone della Cina si sta cercando di capire come è avvenuto il contagio.

Nell’ultimo rapporto, dell’OMS ( organizzazione mondiale della sanità) del 27 gennaio, si legge che il rischio di mortalità del Corona Virus è “molto alto per la Cina e alto a livello regionale e globale”.

A fronte di queste cifre elevate, la Cina rinvia l’inizio del secondo semestre delle lezioni universitarie e posticipa anche la ripresa delle scuole a data da destinarsi.

Mentre le autorità cinesi riportano che gli studenti che “tornano dalle loro case dopo le celebrazioni del Capodanno lunare non devono rientrare nella loro istituzione senza un’apposita autorizzazione. E la National Immigration Administration cinese ha invitato i cittadini cinesi ad evitare i viaggi all’estero di cinesi e stranieri. Scuole, viaggi e tour organizzati dentro e fuori la Cina sono bloccati.
Per quanto riguarda invece l’ Italia continuano ad aumentare i casi di Coronavirus.

Dopo il ragazzo di 17 anni residente in un paese della Valtellina risultato positivo al test e due nuovi contagi a Torino, altre sei persone hanno contratto il virus in Emilia-Romagna. In tutto si parla di 229 casi sul territorio nazionale di cui 90 soltanto in Lombardia. Tra questi anche un primo contagio nella zona intorno a Bergamo.

L’isola di Ischia ha disposto il divieto di sbarco per i cittadini residenti in Lombardia e Veneto e per quanti vi abbiano soggiornato negli ultimi 14 giorni per cercare di limitare la diffusione del coronavirus. L’ordinanza firmata dai sindaci dei comuni prevede lo stop fino al 9 marzo 2020.

Sono circa 90 i casi di coronavirus registratisi in Lombardia: per la prima volta una persona è risultata positiva nell’area della bergamasca. La prefettura di Bergamo ha immediatamente convocato un vertice straordinario.

Per impedire al virus di diffondersi ulteriormente in Lombardia le funzioni religiose sono state sospese e saranno chiusi anche tutti gli oratori.

Per fronteggiare l’emergenza, Piemonte, Lombardia e Veneto hanno disposto la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado per la settimana che va dal 24 febbraio al 1 marzo 2020. 

Friuli Venezia-Giulia ed Emilia-Romagna hanno invece sospeso soltanto le attività degli atenei universitari che non effettueranno lauree, esami o conferenze programmate.

Ci sono stati dei nuovi casi di contagio in Emilia-Romagna, in particolare a Piacenza. Dopo i tre confermati sabato 22 febbraio 2020 altre 6 persone sono risultate positive ai test. Si tratta di cinque piacentini e un uomo residente in provincia di Lodi, focolaio dell’epidemia. Tra loro ci sono anche due medici e un infermiere dell’ospedale cittadino.

Tornato a casa venerdì sera, nella mattinata di sabato un 17enne residente in un paese della Valtellina, ma che studia a Codogno, ha iniziato ad avvertire i primi sintomi del Coronavirus, tra cui febbre alta. I genitori, subito allarmati dalla situazione, hanno prontamente contattato il 112 e attorno alle ore 12 l’ambulanza è giunta sul posto per prelevare i campioni necessari allo svolgimento delle analisi. Quest’ultimi sono stati inviati presso le strutture specializzate di riferimento per accertare se il ragazzo sia affetto o meno da Coronavirus. In seguito al test con tampone, quindi, è stato constatato il contagio del 17enne della Valtellina con frequentazioni a Codogno e nel frattempo si continuano a svolgere ulteriori verifiche in corso.

Altri due casi constatati anche a Torino e sono pertanto da aggiornare i dati forniti dal capo della protezione civile nominato commissario straordinario contro l’emergenza, Angelo Borrelli. Le persone contagiate dal Coronavirus in 5 regioni, infatti, sono al momento 78: 55 di loro sono in Lombardia, 16 in Veneto, 2 in Emilia Romagna, 1 nel Lazio (la moglie del cinese ancora ricoverato e il ricercatore italiano, ricordiamo, sono stati curati e dimessi) e 3 in Piemonte. Sette le persone morte, al momento mentre una persona è stata dimessa allo Spallanzani.

Salgono a più di 100 i contagi. È quanto emerge dall’aggiornamento fornito dal governatore della Lombardia Attilio Fontana, il quale ha confermato che 89 sono i casi accertati in regione ai quali si sommano quelli in Veneto e Piemonte. L’ultimo caso è un ragazzo giovane in Valtellina. Aggiungendo che “Il punto di riferimento resta però il focolaio iniziale, quello di Lodi. A livello nazionale siamo sopra i 100”. Resta da capire chi possa essere il paziente 0: gli esami sul primo sospetto hanno dato esito negativo. E così quelli effettuati sugli 8 cittadini di origine cinese in Veneto.

Sono undici quindi i comuni del lodigiano (Lombardia) e del Veneto in quarantena, interessati dai provvedimenti delle autorità e dal decreto del governo, per impedire la diffusione del virus. Di seguito i paesi che non è permesso raggiungere e dai quali almeno per quindici giorni non si potrà uscire: Vò Euganeo, Codogno, Castiglione d’Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano.

I medici raccomandano appena si avvertono i sintomi che potrebbero portare la diffusione del corona virus di contattare o il proprio medico di base o di contattare il numero verde 1500 ma di non recarsi subito nei vari pronto soccorsi, inoltre di non frequentare luoghi affollati ed evitare di stringersi la mano e in alcuni casi di pericolo di indossare le mascherine sul viso.

Per quanto riguarda l’economia non sarà un periodo semplice sia per la Cina che per il resto del mondo.

Sei imprese su dieci si aspettano effetti recessivi dalla diffusione del coronavirus a causa della riduzione dei rapporti economici con la Cina. Intanto sui mercati è crollato il prezzo della soia di cui l’Italia è primo produttore europeo

 Già la ristorazione cinese in Italia sta subendo una forte crisi come spiega l’ufficio studi di Confcommercio che stima una perdita di poco meno di 2 milioni di euro al giorno per i soli 5.000 ristoranti cinesi presenti in Italia e che lamentano crolli di prenotazioni fino al 70%. E solo dal lato della ristorazione vanno aggiunti i 500mila euro al giorno che i turisti cinesi in Italia spendono per mangiare.

Poi c’è stato un danno gravissimo all’import-export italiano in Cina.

Dal commercio all’industria, dai mercati finanziari fino alle materie prime, gli effetti recessivi sull’economia provocati dalla diffusione del coronavirus contagiano anche i prodotti agricoli con le quotazioni della soia che sono crollate per nove giorni consecutivi al Chicago Board of Trade, punto di riferimento mondiale del commercio delle materie prime agricole.

È quanto emerge da una analisi della Coldiretti nella quale si evidenzia che il prezzo della soia sul mercato futures è sceso di circa il 10% dall’inizio dell’anno sull’onda delle crescenti preoccupazioni sul calo della domanda del mercato cinese.

La Cina, grande fabbrica del mondo ma oggi anche mercato tra i più attrattivi, deve fare i conti insieme alle multinazionali con le ripercussioni che il coronavirus avrà sul mercato. I big player di ogni settore merceologico, infatti, hanno dovuto attuare politiche aziendali particolarmente restrittive che hanno portato alla chiusura temporanea di centinaia di store in tutto il Paese asiatico.

Da McDonald’s a Nike passando per Apple e per le compagnie aeree internazionali come Lufthansa e British Airways, la strategia è quella che prevede l’isolamento.

Molti prodotti della Apple ad esempio sono introvabili in Italia a causa dell’interruzione dei voli dalla Cina.

Centinaia di migliaia di panini invenduti, decine di migliaia di paia di scarpe lasciate sugli scaffali e migliaia di voli cancellati sono soltanto la punta di un iceberg per la città di Wuhan e, in proporzione, per l’intera Cina.

La Cina, secondo l’istituto di ricerca, perderebbe quasi un 1% del tasso di crescita che sull’economia globale rappresenta uno 0,2% in meno. Variazioni percentuali enormi se ricondotte ad un singolo evento e che costringeranno a decisioni di politica economica ancora più ardue per il governo cinese che sembra già intenzionato ad iniettare liquidità a sostegno dei mercati monetari per oltre 20 miliardi di dollari. Un duro colpo per l’economia locale cinese già pronta ad incassare i frutti degli investimenti nelle celebrazioni del tradizionale Capodanno cinese: un intero settore, quello turistico, completamente in ginocchio.

Ci potrà essere una crisi globale a causa di questo Corona virus che riguarderà molti paesi del mondo.

Addirittura la presidente della BCE Christine Lagarde, afferma come ci sia attenzione per i mercati e per le conseguenze dell’epidemia che ha colpito la seconda economia al mondo.

Ma non è tutto, anche il mercato delle commodity sta già incassando duri colpi con il petrolio che vede diminuiti i prezzi di circa il 20%. Ciò è dovuto principalmente ad una minore richiesta da parte proprio del mercato cinese oltre che alla contrazione non indifferente derivante dalla diminuzione drastica del traffico aereo. Chiaramente, è intuibile che non solo il mercato interno cinese resterà vittima di questo fenomeno ma ne risentiranno i mercati di tutto il mondo dove già in queste settimane si stanno registrando segnali negativi. Basti pensare che nel 2019 sono stati circa 150 milioni i cinesi che hanno viaggiato all’estero per turismo. In Italia, sul podio delle mete preferite nel continente europeo, sono 1,5 milioni gli arrivi dalla Cina con un particolare record: la spesa media.

Infatti, da un’analisi condotta dal Centro Studi sul Turismo per conto di Assoturismo, un turista cinese spende in Italia mediamente 300 euro durante il suo soggiorno. Questi dati danno una dimensione del danno che il coronavirus sta apportando anche all’economia del bel Paese in queste settimane di blocco totale degli arrivi dalla Cina.

Come sottolinea l’HuffPost, si è creato una sorta di effetto farfalla. Prima sono crollate le borse di Shanghai e Shenzen, con 420 miliardi di capitalizzazione finita in fumo; a seguire abbiamo assistito a un calo improvviso della domanda di petrolio, con un conseguente taglio della sua produzione e un ribasso dell’indice Pmi manifatturiero ben al di sotto le attese. Non è certo finita qui, perché gli analisti hanno intravisto all’orizzonte altri effetti nefasti che provocheranno, da qui ai prossimi mesi, più danni della Sars nel 2003. All’epoca, quando la Cina non era ancora un peso massimo e la globalizzazione non aveva raggiunto i livelli odierni, vennero bruciati più o meno 40 miliardi di dollari.

Gli economisti affermano che  l’impatto negativo del coronavirus sull’economia cinese si trasmetterà senza ombra di dubbio anche all’economia mondiale. Stando a quanto riportato dal Wall Street Journal, nel primo trimestre il Pil cinese dovrebbe rallentare di circa l’1% mentre quello americano, secondo Goldman Sachs, dello 0,4-05%. Rallenta il ritmo della manifatturiera cinese: il dato – cioè l’indice Caixin – si attesta a quota 51,3, che è comunque un valore superiore ai 50 punti. Male anche il petrolio, visto che le domande di petrolio partite dalle raffinerie della Cina sono crollate di 3 milioni di barili al giorno (il 20% del fabbisogno totale); per Bloomberg si tratta del più grave choc petrolifero subito dalla domanda di petrolio dal 2008-2009 a oggi.

Le borse di Shanghai e Shenzen hanno perso rispettivamente il 7,72% e l’8,41%, terminando rispettivamente a 2.746,61 punti e 1.609; a picco i settori delle telecomunicazioni e i titoli tecnologici. Il timore degli analisti è che una simile flessione possa trasmettersi anche alle aziende straniere, come ad esempio Apple.

A Hong Kong, intanto, i cittadini hanno assistito al loro primo calo del prodotto interno lordo degli ultimi dieci anni, causato sì dalla guerra dei dazi e dalle proteste riguardanti la legge sull’estradizione, ma anche – come ha confermato il governo locale – “dallo sviluppo dell’infezione da coronavirus”.

La Banca centrale cinese (Pboc) ha pompato nel sistema 150 miliardi di yuan (19,3 miliardi di euro) nel disperato tentativo di sostenere la baracca.

Il coronavirus spaventa anche l’economia mondiale che nel 2020 potrebbe rallentare del -0.3%. Le economie più colpite quelle asiatiche, ma danni ci saranno anche per l’Italia.

Secondo l’agenzia di rating Standard and Poor’s, l’economia mondiale subirà una diminuzione del Pil del -0,3% nel 2020 a causa degli effetti economici originati dal nuovo coronavirus.

Effetti che saranno maggiormente evidenti nei Paesi prossimi alla Cina e quindi più dipendenti da essa, come Hong Kong (-1,2% del Pil atteso), Singapore (-0,8%), Giappone (-0,3% del Pil) ed ancora Corea del Sud e Australia con un -0,5%.

Europa e Stati Uniti d’America subiranno perdite economiche più contenute, con un effetto solo sul 2020 secondo il Tesoro Usa.

Il 2020 è l’anno del 50° Italia – Cina per il quale il Governo italiano aveva avviato una programmazione apposita per promuovere l’iniziativa e lo scambio culturale lungo l’intero anno.

Secondo le prime stime si attendevano ben 13 milioni di turisti cinesi in Italia solo nel 2020, spinti anche da questa ulteriore iniziativa di collegamento tra le due culture.

Il Pil dell’Italia nel 2020 crescerà appena dello 0,3% e Nel complesso il Pil Ue si attesterà sul +1,2%, ma l’Italia resterà ben al di sotto dell’obiettivo del Governo che auspica di raggiungere il +0,6%.

L’economia tedesca è in forte rallentamento. La produzione industriale a dicembre 2019 è calata del -3,5% rispetto a novembre dello stesso anno. L’Italia è molto legata all’economia tedesca e il rallentamento tedesco deve essere fonte di preoccupazione per noi.

La Brexit è in parte stata assorbita negli ultimi due anni, ma le trattative tra UK e UE che dovranno stabilire i rapporti futuri tra le controparti sono ancora in alto mare e una soluzione senza frizioni non è scontata.

Ci auguriamo che il virus non causi molti danni e soprattutto vittime e che si trovi la cura definitiva.

Grazia Crocco

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