Norvegia: il paese migliore per le donne

La Norvegia è stata eletta quest’anno come migliore paese per vivere da donna.

A stabilirlo è stata la nuova edizione del Women Peace and Security Index, ideata dal prestigioso Georgetown Institute for Women, Peace and Security di Washington, in collaborazione con il Peace Research Institute Oslo.

Qui le donne possono lavorare con molti diritti e fare le mamme ; questa nazione è stata considerata la più felice al mondo.

In Norvegia il gap tra uomo e donna si riduce parecchio: tutte le donne hanno diritto a 35 settimane di maternità pagate al cento per cento, in più hanno sussidi in base al numero di figli a famiglia e un sistema efficiente della salute.

Al secondo troviamo la Svizzera seguita dalla Finlandia, mentre l’ultimo posto se lo aggiudica lo Yemen, preceduto da Afghanistan e Siria.

L’Unicef e Save The Children hanno scoperto che nel mondo circa 120 milioni di donne (una su 10) hanno subito uno stupro.

Il report di quest’anno (Women, Peace and Security Index 2019) ha un’importante novità: sono stati esaminati più paesi rispetto allo scorso anno, 167 contro i 153 del 2018, quattordici in più.

Alcuni paesi nuovi sono : la Libia, il Sud Sudan e Hong Kong, considerata a sé stante rispetto alla Cina. Una lista sempre più lunga, con un campione sempre più vasto che, in proporzione, copre oltre il 98% della popolazione mondiale.

L’indice è anche la fotografia della ricchezza, sia economica sia sociale, delle diverse regioni del mondo, con il nord Europa che domina la parte alta della classifica, mentre Asia e soprattutto Africa, in particolare i teatri di guerra, sono in coda. La top ten al vertice vede: Norvegia, Svizzera, Finlandia, Danimarca, Islanda, Austria, Regno Unito, Lussemburgo, Svezia, Paesi Bassi, Canada ed Estonia. Questi invece gli ultimi dieci: Yemen, Afghanistan, Siria, Pakistan, Sud Sudan, Iraq, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, Mali, Libia, Sudan e Ciad.

In molte parti dell’Asia le donne sono troppo spesso schiacciate dalle violenze e dalle molestie, una cultura difficile da sradicare.

Sono undici gli indicatori della griglia di valutazione, tutti rapportati con la popolazione femminile, raggruppati in tre voci: inclusione (educazione, inclusione finanziaria, occupazione, utilizzo del cellulare), giustizia (rappresentanza parlamentare, discriminazione legale, preferenza nel sesso del nascituro, norme discriminatorie) e sicurezza (violenza privata del partner, sicurezza comunitaria, violenza organizzata).

Comparando il rapporto con quello dello scorso anno, va segnalato il miglioramento, anche se piccolo dell’Italia: nel 2018 il nostro paese era al 32° posto, mentre nel 2019 è al 28°. Uno stimolo ad avanzare ancora di più.

Grazia Crocco

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