Ricordo di Camilleri: Il “PADRE” di Montalbano

Lo scorso 17 luglio è venuto a mancare Andrea Camilleri, uno dei più importanti scrittori del nostro tempo e noto per aver dato vita al famoso personaggio del Commissario Montalbano.

Nasce a Porto Empedocle (Agrigento) il 6 settembre 1925, e poi si trasferisce a Roma, dove vive per vari anni.

Frequenta l’Accademia d’Arte Drammatica (dove in seguito insegnerà Istituzioni di Regia) e a partire dal 1949 inizia a lavorare come regista, autore e sceneggiatore, sia per la televisione (celebri le sue riduzioni di polizieschi come “Il Tenente Sheridan” e il “Commissario Maigret”), sia per il teatro (in particolare con opere di Pirandello e Beckett).

Esordisce come scrittore durante il primo dopoguerra e una serie di racconti e poesie gli varranno il prestigioso premio giornalistico Saint Vincent.

Il grande successo arriva con l’invenzione del personaggio del Commissario Montalbano, protagonista di romanzi che non abbandonano mai le ambientazioni e le atmosfere siciliane e che non fanno alcuna concessione a motivazioni commerciali o ad uno stile di più facile lettura.

Infatti, dopo “Il corso delle cose” (1978), passato pressoché inosservato, pubblica nel 1980 “Un filo di fumo”, primo di una serie di romanzi ambientati nell’immaginaria cittadina siciliana di Vigàta, a cavallo fra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900.

In tutti questi romanzi Camilleri dà prova non solo di una straordinaria capacità inventiva, ma riesce a calare i suoi personaggi in un ambiente totalmente inventato e nello stesso tempo realistico, creando dal nulla anche un nuovo linguaggio, una nuova “lingua” (derivata dal dialetto siciliano), che ne fanno un nuovo Gadda.

L’universale affermazione esplode soltanto nel 1994 con l’apparizione de “La stagione della caccia”, cui seguono nel 1995 “Il birraio di Preston”, “La concessione del telefono” e “La mossa del cavallo” (1999).

Salvo Montalbano viene interpretato in tv dal famoso attore  Luca Zingaretti).

E’ dopo il libro di racconti del 1998 “Un mese con Montalbano” che viene prodotta la serie TV di grande successo.

Le vicende di Montalbano saranno tradotte in varie lingue e Camilleri diventerà molto famosi negli anni.

Secondo Camilleri : “Non si tratta di incastonare parole in dialetto all’interno di frasi italiane quanto di seguire il flusso di un suono, componendo una sorta di partitura che invece delle note adoperi il suono delle parole. Per arrivare ad un impasto unico, dove non si riconosce più il lavoro strutturale che c’è dietro. Il risultato deve avere la consistenza della farina lievitata e pronta a diventare pane”. Per questo l’ultima lettura risolutiva, prima di consegnare un testo, era sempre ad alta voce.

Col tempo diventa cieco e il 17 giugno 2019 viene ricoverato all’ospedale Santo Spirito di Roma per un arresto cardiorespiratorio in prognosi riservata nel reparto di rianimazione, e dopo un mese muore.

Camilleri sapeva descrivere la sua Sicilia in un modo straordinario e i suoi romanzi di Montalbano erano scritti in dialetto per far assaporare meglio al lettore lo scenario.

Ricorderemo sempre questo grande scrittore che con i suoi libri e film si è fatto amare da tutti.

Grazia Crocco

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