All’ospedale Cto della Città della Salute di Torino per la prima volta un paziente tetraplegico tornerà ad usare le mani.
Il paziente è un pasticcere di 52 anni che dopo un incidente stradale aveva perso l’uso delle mani.
L’equipe di medici sono riusciti a riannodare i nervi come fili elettrici grazie all’aiuto di una sensazionale tecnica chirurgica che solo in Italia è stata sperimentata, fino ad ora.
L’intervento è durato circa tre ore e mezza per arto per bypassare il livello della lesione al midollo spinale collegando i nervi sani a quelli non più funzionanti. «Com’è andata? Bene? Grazie…», ha risposto commovendosi ai medici l’uomo, che nei prossimi giorni inizierà la riabilitazione.
«Per i primi miglioramenti ci vorranno tre o quattro mesi, un anno per il recupero della funzionalità delle mani, che sarà quasi totale», afferma il professor Diego Garbossa, direttore della Neurochirurgia universitaria.
L’intervento è stato possibile anche grazie a Bruno Battiston, direttore della Chirurgia della mano dell’ospedale Cto, Paolo Titolo, e Andrea Lavorato.
Con la Chirurgia della mano e la Neurochirurgia hanno lavorato in equipe anche i sanitari del dipartimento di Ortopedia – Traumatologia e Riabilitazione, diretto dal professor Giuseppe Massazza, e la Struttura dell’Unità Spinale Unipolare, diretta dal dottor Salvatore Petrozzino.
Per sei mesi il paziente è è stato totalmente dipendente dalle altre persone , ma ora potrà tornare ad afferrare gli oggetti e a provvedere alla propria cura personale.
A seguito dell’incidente al paziente era stata diagnosticata una lesione midollare completa a livello cervicale insieme ad un deficit totale degli arti inferiori, con la seguente impossibilità di aprire e chiudere le dita.
«Abbiamo trasferito e ricollegato nervi sani a nervi non più funzionali, corrispondenti al movimento e all’utilizzo delle mani, a valle della lesione», spiega ancora il professor Garbossa ventiquattro ore dopo la camera operatoria. In questo modo è stato possibile reinnervare interi distretti muscolari, non altrimenti recuperabili con la chirurgia classica. «Il paziente sta bene, è sveglio, e non si sono presentate complicanze periprocedurali», precisa.
Il paziente potrà così ricominciare a vivere una nuova vita , dovrà anche iniziare i trattamenti fisioterapici che, tra qualche mese, gli permetteranno di muovere di nuovo le mani.
L’Italia si dimostra all’avanguardia nella ricerca scientifica e nell’eccellenza dei medici.
Grazia Crocco