Arcioni: da tre generazioni l’eccellenza nel commercio enogastronomico

Il capostipite Felice Arcioni aprì un’attività nel centro di Roma, insieme al figlio Mario. Erano grossisti di generi coloniali. Lì, negli anni ‘30, si poteva trovare di tutto: dalle spezie, al caffè, dal cioccolato ai dolci.

A 25 anni, il giovane Mario Arcioni volle tentare di aprire un esercizio in proprio nella zona Trieste-Salario, a piazza Crati. Puntava decisamente sui dolciumi, gli affari andavano bene e, complice un concorso di figurine della Perugina, incontrò anche l’amore: Laura, che entrò in negozio per riscuotere il premio e diventò ben presto la moglie del proprietario e la mamma di Claudio, Massimo, Fabio, Anna e Marcello. L’attività di torrefazione, il bar, i dolciumi squisiti, conosciuti in tutto il quartiere, facevano degli Arcioni una famiglia conosciuta e apprezzata da tutti. Dei figli Anna seguì altre strade, mentre Fabio si dedicò allo sport, diventando un campione italiano nella sua disciplina e poi dirigente del CONI.

Gli anni bui, furono quelli della guerra. Ma, cessato il conflitto, con gran determinazione la famiglia ricominciò tutto daccapo. L’anno della svolta fu il 1951 con i gelati di qualità superiore. Oltre alla torrefazione e agli altri prodotti di qualità venduti sul bancone, negli anni ’60 i figli Massimo e Claudio, puntarono decisamente sul vino, intuendo il grande mercato che si stava aprendo. La clientela era diventata più esigente, al vino sciolto preferiva sempre più quello imbottigliato, di classe, da regalare, da degustare, da abbinare a pasti raffinati. Insomma il vino stava diventando non solo un prodotto commerciale, ma un fenomeno culturale. A metà degli anni ’60 i figli Massimo e Claudio, trasformarono la sala della torrefazione in enoteca, dove oggi riposano i migliori vini francesi ed italiani in circolazione, frutto di viaggi e ricerche appassionate da parte dei due fratelli. Lo champagne, in particolare, è stato per anni il punto di forza dell’Enoteca. Negli anni ’80 si moltiplicarono le etichette. Gli Arcioni con la loro competenza, oggi, possono anche consigliare, mediare. Nasce così il Centro Vini Arcioni, i grandi acquisti possono essere fatti direttamente presso i grandi produttori, con benefici da un punto di vista commerciale non indifferenti. Marcello intanto si occupa del resto di ciò che vuole in negozio la clientela ogni giorno, dal gelato genuino, al caffè di qualità superiore, dagli spuntini, ai dolci speciali. Dei figli, Fabio è quello che si occupa di torrefazione ad alto livello, la sua prima passione: ”caffè e miscele provengono dalle migliori piantagioni del mondo” afferma. Infine, ad aggregare le più influenti enoteche romane furono sempre loro, gli Arcioni, con l’associazione l’Arte dei Vinattieri. La sfida è quella di difendere le enoteche dall’assalto della grande distribuzione che svilisce il rapporto umano che si crea tra cliente e venditore. E’ il concetto di “negozio” da tutelare, come luogo d’incontro, come luogo di riti famigliari, come momenti piacevoli di relax da tramandare ai nipoti.

Cristina Palumbo Crocco

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