Trasporto merci Pericolose: quali soluzioni per evitare disastri?

Il drammatico incidente che si è verificato lo scorso 6 agosto sulla tangenziale di Bologna e che ha visti coinvolti dei mezzi pesanti con trasporto di merci infiammabili, ha riportato all’attenzione della pubblica opinione ma soprattutto della politica, il tema della regolamentazione del trasporto di merci pericolose.

Il principale elemento causale che emerge dalla dinamica dell’incidente è la distanza ravvicinata tra i due mezzi.

La causa della mancata osservanza delle distanze di sicurezza è da appurare ma appare evidente che potrebbe derivare da un comportamento erroneo da parte del guidatore causato da distrazione (uso cellulare) o da un malore o stanchezza.

Proprio una direttiva europea, Direttiva 2008/68/CE, sul trasporto interno di merci pericolose, recepita nell’Ordinamento italiano con Decreto del ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 20 marzo 2018, stabiliva norme comuni per il trasporto in sicurezza di merci pericolose all’interno dei paesi dell’Unione europea.

E’ stata successivamente presentata una Risoluzione del Parlamento europeo del 14 novembre 2017 sul tema “Salvare vite umane: migliorare la sicurezza dei veicoli nell’UE” (2017/2085(INI)) con cui il Parlamento Europeo ha approvato la proposta di rendere i sistemi ADAS (Advanced Driver Assistance Systems) obbligatori per tutte le nuove auto. I sistemi di sicurezza auto quali la frenata automatica e il mantenimento della carreggiata di marcia dovranno così essere forniti di serie su tutte le nuove vetture così come avviene già adesso per altri dispositivi di sicurezza come l’ABS e l’ESP.

La nuova Risoluzione del 2017 che impone l’installazione dei sistemi ADAS sui nuovi mezzi, rimanda la sua applicazione a una minima parte del parco mezzi circolante non risolvendo nell’immediato, il problema della criticità del trasporto di merci pericolose sulle strade.

Possibili azioni da intraprendere pe evitare situazioni analoghe:

    1. Controllo dei tempi di guida degli autisti (per prevenire episodi di stanchezza e conseguente perdita di controllo del mezzo) e geolocalizzazione dei mezzi transitanti sulle strade con sistemi di controllo fleet management centralizzati e intervento da parte della Polstrada o attraverso messaggi direttamente in cabina (OBU) per avvisare della presenza di trasporti pericolosi insistenti sul tragitto o eccessiva vicinanza agli stessi;

    2. determinazione distanza di sicurezza obbligatoria tramite sistema di classificazione con codice Klemer1;

    3. Previsione della presenza di un co-pilota di supporto almeno sui mezzi che trasportano merci pericolose.

Una soluzione di medio termine (soluzione 1) potrebbe essere l’utilizzo dei sistemi di rilevazione delle posizioni dei mezzi facenti capo a un fleet management aziendale coordinandolo centralmente con gli Organi di Polizia ed intervenendo con avvisi di presenza di mezzi pericolosi o di eccessivo avvicinamento agli stessi con un sistema di allerta direttamente agli autisti (via cellulare o apparati di comunicazione a bordo)che avrebbero così il tempo di assumere tutti gli accorgimenti di guida e di percorso utili a ridurre al minimo la pericolosità di interazione con i mezzi pericolosi.

Sfruttare i sistemi di fleet management per questa e/o altre opzioni di sicurezza può essere una soluzione di rapida realizzazione a costo estremamente contenuto.

Tutti i mezzi pesanti sono già assistiti da sistemi di fleet management e, in particolare, lo sono tutti quelli che effettuano trasporti di merci pericolose identificabili attraverso i codici Klemer.

un codice Klmer apposto sull’automezzo

In Italia, esistono decine di società che erogano servizi di fleet management e tutte le aziende di autotrasporto di medie/grandi dimensioni spesso hanno sistemi gestiti in proprio i cui dati potrebbero confluire nel data base nazionale.

Un sistema del genere, in attesa di maggiore diffusione di sistemi di guida autonoma in condizioni di emergenza (frenata automatica, anticollisione, …) potrebbe poi essere agevolmente esteso anche ad altri tipi di trasporto e/o attivato in particolari aree come attraversamenti dei centri urbani o in particolari scenari (trasporti eccezionali, aree fortemente cantierizzate).

Nell’immediato, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti potrebbe decretare l’immediata installazione di tali dispositivi ADAS anche sul parco circolante con opportuni incentivi da applicare sull’acquisto ed installazione dei dispositivi.

Nel caso dell’incidente di Bologna, la mancanza umana è stata senz’altro la causa dell’incidente insieme a tutta una serie di eventi coincidenti che hanno causato l’incendio.

Non possiamo che ribadire quanto affermato dal relatore della Risoluzione al Parlamento Europeo del 2017, Dieter-Lebrecht Koch, come i sistemi di assistenza automatica siano come silenziosi e preziosi copiloti che ci aiutano ad evitare gli incidenti correggendo e prevenendo i nostri errori “umani”.

Leonardo Annese

(funzionario Anas S.p.A. e membro Comitato Internazionale Politiche e Programmi Nazionali per la Sicurezza Stradale World Road Association AIPCR/PIARC)

1 KLEMER Rappresenta un metodo codificato di identificazione delle sostanze pericolose viaggianti su strada o ferrovia. Le indicazioni fornite riguardano: dannosità alla salute del soccorritore, equipaggiamento minimo consigliato per la protezione dei soccorritori; precauzioni da prendere in attesa dei Vigili del Fuoco.

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