In Norvegia, sull’isola di Spitsbergen, situata tra la parte continentale e il Polo Nord nell’arcipelago delle isole Svalbard, si trova il Global Seed Vault, ossia il deposito globale di sementi che conserva ogni tipo di seme, al fine di consentire la salvaguardia delle biodiversità e mantenere una riserva stabile di semi per eventuali scenari catastrofici.
La struttura che ospita il complesso è un bunker situato a 426 metri di profondità il cui ingresso è ubicato sul fianco di una montagna di arenaria, posizionato a 130 metri sul livello del mare, in un’area coperta di nevi e dove vivono gli orsi polari a 1.300 chilometri dal Polo Nord. L’illuminazione dell’edificio, che corre dall’ingresso alle singole celle dove sono contenute le sementi, è stata realizzata dall’artista Dyveke Sanne.
Lo Svalbard Global Seed Vault è una vera e propria fortezza; un grande caveau super tecnologico, dotato di sistemi di sicurezza altamente sofisticati capace di contenere fino a 2,5 miliardi di semi. La solidità e sicurezza della struttura sono garantite anche dal fatto che il complesso è stato costruito in una località a scarso rischio sismico e progettato con la capacità di per sopravvivere a ogni tipo di evento catastrofico, dalla guerra nucleare all’impatto di un asteroide. Nonostante alcuni problemi di infiltrazioni di acqua, i semi sono rimasti al sicuro. Senonché, al fine di evitare qualsiasi inconveniente e rendere la “fortezza inespugnabile”, il governo norvegese sta valutando la predisposizione di una sovvenzione di 100 milioni di corone per la costruzione di un nuovo tunnel di accesso e di un edificio di servizio nel 2018.
All’interno delle stanze-celle di questo grande caveau sono conservate casse super sigillate e confezionate in pacchetti contenenti i semi. Nel mese di febbraio, la riserva di sementi è stata incrementata di quasi 50.000 nuovi campioni, alcuni dei quali definiti “di ritorno”, ossia inviati fuori dal bunker per ripristinare una varietà vegetale che era stata danneggiata dalla guerra civile siriana.
Il Seed Vault è stato considerato «un giardino dell’Eden ibernato. Un luogo dove la vita può essere mantenuta in eterno, qualsiasi cosa succeda nel mondo» (José Barroso); mentre Cary Fowler, indicato come il padre della banca dei semi, nello spiegare le motivazioni che hanno condotto alla realizzazione di questo complesso, afferma che «volevamo affrontare un problema che già stavamo vivendo: la perdita delle diversità nelle singole banche genetiche».
In particolare, il bunker assolve alla funzione di una vera e propria cassaforte dei semi, con lo scopo specifico compito di costituire sia una specie di supporto di back up per altre banche dei semi più piccole, sia una vera e propria assicurazione per la vita, poiché sono conservati i duplicati delle banche regionali dei semi già esistenti. Pertanto, se un deposito regionale subisce la perdita o il danneggiamento di qualche seme, il deposito di Svalbard può sostituire il campione perso o danneggiato.
In definitiva, il Global Seed Vault rappresenta il vertice di un sistema organizzato e diffuso di banche regionali gestite dai seed savers, ossia “salvatori dei semi”, sono presenti in tutto il mondo con associazioni e comitati: dall’Australia (con l’associazione dei coniugi Fanton, fondata nel 1986 per preservare le varietà locali, che opera in 37 paesi) agli Stati Uniti d’America.
Anche in Italia esistono associazioni di seed savers che si pongono l’obiettivo di preservare le sementi autoctone che stanno sparendo, come il Fagiolo della Valsassina, le zucche di Albenga, il mais spinato di Gandino (Bergamo), il pomodoro di Roma, la melanzana rossa di Rotonda (Basilicata).
Grazie allo Svalbard Global Seed Vault, inaugurato nel 2008, che quest’anno compie 10 anni dalla sua fondazione, si potrà garantire il futuro della biodiversità e delle risorse alimentari, specialmente se si dovesse verificare qualche evento catastrofico e se gli ecosistemi terresti si potrebbero irrimediabilmente danneggiare.
Grazia Crocco