Tra il 2020 e il 2025 la Svezia abbandonerà definitivamente l’utilizzo del denaro in contante e in monete in favore dei pagamenti elettronici via bancomat, carte di credito o smartphone.
Attualmente, solo l’1-2% dei pagamenti in territorio svedese vengono effettuati in cash e grazie a questa scelta di pagamento vi è stata una riduzione di alcune illegalità tra cui lo spaccio di droghe e il lavoro in nero.
Circa il 95% degli acquirenti svedesi possiede carte di credito o smartphone per i pagamenti elettronici e addirittura le offerte in Chiesa sono fatte tramite smartphone.
Vi sono negozi “cash free” dove è addirittura vietato pagare in contanti o monete e girando per le principali città svedesi è possibile notare come sia facile utilizzare la carta di credito per salire su un bus, taxi, mangiare in un ristorante, comprare la carne in macelleria e perfino mangiare in una tavola calda prendendo un menù al di sotto di 10 euro.
I dieci milioni di svedesi, in cinque anni, secondo la banca centrale Riksbank, hanno dimezzato gli acquisti con banconote e monete e si mostrano fiduciosi nei confronti del sistema bancario, finanziario e delle innovazioni tecnologiche, poiché così si riduce anche il numero di furti e di falsificazione di banconote o riciclaggio.
Gli unici svantaggi dati da questo nuovo sistema di pagamento risiedono nel fatto che sono aumentate le truffe informatiche e che i pensionati abbiano tutt’ora difficoltà nel pagare con carte di credito e controllare i propri conti on line.
Anche nel resto d’Europa ormai la maggior parte degli acquisti avviene via carta; in Italia invece circa 8 italiani su 10 comprano ancora in contanti.
Secondo il “Cashless Society Index 2017”, la classifica sull’utilizzo delle carte di pagamento nei Paesi UE., il nostro Paese è infatti al 25esimo posto su 28 Stati europei. Inoltre, emerge che l’utilizzo del pagamento in contanti incentiva anche il lavoro nero.
Di recente il nostro Governo ha pensato a un decreto attuativo che a partire dal 30 settembre obblighi i commercianti, artigiani e liberi professionisti ad accettare il pagamento con carte di credito e debito.
Per ogni rifiuto verrà fatta una multa dal valore di 30 euro e il consumatore sarà libero di andarsene senza pagare.
Stessa cosa per chi non sarà dotato di terminale POS. L’obbligo di usare il Pos (acronimo di point of sale, cioè punto di vendita) era previsto già dalla legge di stabilità del 2016, ma nel Paese del “severamente vietato” serviva un incentivo per spingere i commercianti ad adeguarsi.
La necessità aguzza l’ingegno! Ecco allora soluzioni innovative come myPOS, nata nel 2014, e ad oggi l’unica soluzione sul mercato europeo che permette ai commercianti di incassare subito il pagamento del cliente sul loro conto corrente ed averne così la disponibilità immediata, esattamente come i contanti, con la possibilità di accredito immediato e monitoraggio in tempo reale delle transazioni sul proprio conto attraverso un app, con il valore aggiunto di una carta business per utilizzare immediatamente i fondi incassati.
La strada sembra segnata: myPOS e le altre realtà che utilizzano i terminali di ultima generazione sono spesso commercializzati già dotati di Sim-dati gratuita per la connessione; nonché hanno software già impostati per offrire più servizi dei soliti terminali che troviamo accanto alle casse dei negozi e bar. Uno su tutti la ricarica telefonica.
Grazia Crocco