Maria Beatrice Vio, soprannominata da tutti Bebe Vio è una ragazza ventenne davvero speciale che ha saputo andare avanti e mettercela tutta nonostante una grave malattia l’abbia colpita da piccola.
Nata e cresciuta in provincia di Venezia, ha fin da subito la passione per la scherma che inizia a praticare a 5 anni e che non la abbandonerà mai.
Il 2008 ha segnato per sempre la sua vita quando è stata ricoverata d’urgenza in ospedale per sospetta forma di grave meningite da meningococco di gruppo C.
Viene ricoverata nel reparto di terapia intensiva di Padova e le sue condizioni peggiorano costantemente.
Quando è quasi in fin di vita i medici decidono a malincuore di amputarle dapprima le gambe e poco dopo anche gli avambracci.
Beatrice si ritrova così a sopravvivere ma con menomazioni e profonde cicatrici sul volto ed in altre parti del corpo.
Dopo essere stata dimessa dall’ospedale di Padova ritorna a Mogliano Veneto e lì inizia la sua riabilitazione, ritornando anche a frequentare la scuola.
Grazie a speciali protesi potrà dedicarsi alla scherma ed entrare nella nazionale paraolimpica.
I suoi genitori intanto creano una onlus, l’ Art4sport, con lo scopo di fornire un supporto ai bambini che utilizzano protesi di arto per favorire l’attività sportiva ed una loro maggiore integrazione nel tessuto sociale.
Nei primi mesi del 2010 Beatrice riceve le protesi per tirare di scherma, realizzate dal Centro Protesi di Budrio in collaborazione con il Comitato Paralimpico Italiano e nel frattempo si allena a Padova, Bologna e Roma con il supporto di Fabio Giovannini e di Ryszard Zub, due degli allenatori di scherma più famosi al mondo.
Beatrice è la prima atleta di tutto il continente europeo con il braccio armato protesizzato. Alle Paralimpiadi di Londra 2012, porta la fiaccola olimpica in occasione della giornata di inaugurazione della manifestazione, in rappresentanza dei paraolimpici del futuro.
Nel 2012 e nel 2013 Bebe ottiene il primo posto individuale ai campionati italiani di categoria B e dopo aver conquistato il torneo di Montreal e quello di Lonato, sale per due volte sul podio in Coppa del Mondo.
E’ seconda ai campionati mondiali under 17 disputatisi in Polonia, a Varsavia e nel 2014 vince gli Europei sia nel torneo individuale che in quello a squadre, ripetendo il successo l’anno dopo ai Mondiali in Ungheria.
Nel 2015 la campionessa di scherma paraolimpionica pubblica il suo primo libro edito da Rizzoli intitolato: “Mi hanno regalato un sogno: La scherma, lo spritz e le Paralimpiadi“,con le prefazioni del Presidente del Comitato Paralimpico Luca Pancalli e di Jovanotti.
Alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro , Bebe Vio sale sul gradino più alto del podio nella competizione del fioretto, battendo per 15 a 7 in finale una delle favorite, la cinese Jingjing Zhou.
Arriva al successo dopo avere conquistato tutti e cinque gli incontri del girone A per 5 a 0, impresa di cui nessun’altra schermitrice è stata capace. Nel suo percorso ha battuto anche la polacca Marta Makowska per 15 a 6 nei quarti di finale e la cinese Yao Fang, addirittura per 15 a 1 in semifinale (un risultato ancora più clamoroso se si pensa che l’asiatica era una delle candidate più accreditate per la vittoria finale).
Ciò che la contraddistingue è il fatto di avere sempre un carattere positivo, una grande determinazione, grinta e simpatia.
Nonostante il suo tremendo calvario che l’ ha privata di una vita normale come i suoi coetanei e l’ha costretta a muoversi solamente grazie agli arti bionici lei non si è data mai per vinta, pur avendo avuto grandi momenti di sconforto e pensieri di farla finita, Bebe ringrazia per essere viva, per avere delle persone meravigliose che le stanno accanto, per poter comunque praticare lo sport che ama, la scherma e per avere il coraggio di affrontare questa sua vita piena di ostacoli senza mai lamentarsi.
Bebe è diventata così anche un personaggio mediatico, capace di sfruttare la sua immagine per dare visibilità alle cause che sostiene. Oltre alla scherma tiene incontri motivazionali in tutta Italia.
Bebe nell’ottobre del 2016 posa per una campagna a sostegno della vaccinazione contro la meningite a cura della fotografa Anne Geddes ed in seguito è chiamata a far parte della delegazione italiana che partecipa alla cena di Stato tra l’ex premier italiano Matteo Renzi e Barack Obama, alla Casa Bianca.
Nel febbraio 2017 riceve il Laureus Award 2017, il riconoscimento più importante come miglior atleta con disabilità dell’anno precedente.
Sempre nel 2017 conduce su Rai 1 il programma La vita è una figata. Di recente è uscito il suo ultimo libro intitolato :”Se sembra impossibile allora si può fare” in cui Bebe spiega come riesce ad affrontare ogni genere di ostacolo attraverso gli strumenti e le risorse che ciascuno di noi ha a disposizione.
Bebe sostiene da sempre che ognuno di noi debba trovarsi un sogno da perseguire con la massima passione e che per raggiungere la propria meta è fondamentale poi imparare a collaborare con gli altri, fare squadra, chiedere aiuto perché «da solo non sei nessuno».
Fondamentale per lei è “l’ironia, la capacità di rimanere “scialli”, il saper fare tesoro delle critiche positive stando però attenti a quelle cattive e agli hater e persino la paura, un’emozione normalissima, può essere gestita: basta sapere come prenderla”.
Il libro è scritto con uno stile spontaneo e frizzante, che può ispirare e confortare persone di tutte le età, dai giovanissimi, che possono rispecchiarsi nella sensibilità e nel linguaggio fresco di una ventenne, agli adulti che si trovano a combattere battaglie quotidiane, magari impercettibili agli altri ma ugualmente gravose e impegnative.
Grazia Crocco