MA A NAZARETH EBREI ED ARABI INSIEME NELLA SOFFERENZA E NELLA GUARIGIONE

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Eppure c’è un luogo nel mondo dove Ebrei, Arabi e Cristiani condividono con amore la sofferenza e la guarigione. Come scrive Stefano Lorenzetto, è il miracolo della normalità. Medici ebrei che si fanno assistere da infermieri arabi e medici arabi che si fanno assistere da infermieri ebrei. Famiglie islamiche che si prendono cura dei figli delle israeliane ricoverate d’urgenza. Musulmani che apprezzano il crocifisso appeso al muro della camera, perché non si fiderebbero mai di dottori che non credono in niente e ciò nonostante avessero la pretesa di riuscire a guarirli.

Questo luogo è a Nazareth, città di 74.400 abitanti all’interno del  Distretto Settentrionale di Israele, su una delle colline che dominano la vallata. E precisamente, è l’ospedale della Sacra Famiglia, fondato nel 1882 dai frati bavaresi dell’ordine dei Fatebenefratelli, dove alcuni anni fa il giovane manager veronese Giuseppe Fraizzoli ha lavorato molto per creare un clima di armonia e di condivisione.

Dal 1959 l’ospedale è passato in gestione ai frati italiani e, nella gestione Fraizzoli, diventa un esempio di eccellenza per molti ospedali nel mondo, dove vengono curati assieme pazienti cristiani, musulmani, ebrei e druidi ed anche i medici che vi lavorano professano religioni diverse facendo funzionare tutto alla perfezione.

Dei pazienti che vengono curati circa il 71% sono musulmani, il 17% sono cattolici latini, melchiti, greco- ortodossi, siriani, armeni, caldei, maroniti, copti e protestanti, 10% sono ebrei e la rimanenza sono circassi.

Con Fraizzoli l’ospedale si struttura in modo sempre più articolato: 50mila pazienti l’anno e tutti i reparti, tranne psichiatria. I malati vengono accolti tutti e quando non hanno i soldi per pagare vengono curati gratis. Cinquanta medici, quasi tutti laureati in Italia, di tutte le religioni, come anche gli infermieri ed i pazienti che sono musulmani (71%) ebrei (10%) e cristiani di diversi riti (17%).

E come ci si regola per le festività? Fraizzoli stabilisce che a Natale ed Epifania è festa per tutti, anche perché la seconda ricorrenza coincide con il Natale ortodosso. Poi ognuno sceglie il suo giorno di riposo: il venerdì i musulmani, il sabato gli ebrei e la domenica i cristiani. L’unico che, negli anni in cui dirige l’0spedale , non si ferma mai, è Fraizzoli, che commenta: “Siamo la prova vivente che la convivenza è possibile. Nessuno geneticamente tende ad amare o a odiare. L’uomo teme solo ciò che non conosce. Se lavoriamo nello stesso turno, se stiamo vicini, se ci parliamo, alla fine ci capiamo. Magari non subito, ma ci capiamo”.

Grazia Crocco

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