Il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg ha incontrato a Roma presso l’università di eccellenza LUISS GUIDO CARLI alcuni studenti ed ha risposto alle loro diverse domande.
Il CEO di fb, afferma che ogni ogni 20-30 anni nella storia informatica arriva, di solito, una grande rivoluzione ed anche che un like non può mai sostituire un vero sorriso. Quindi che la comunicazione che avviene tramite facebook, snapchat e whatsapp non potrà mai sostituirsi a quella reale.
Risponde inoltre alla domanda di uno studente che chiede: «Non pensa che il social network ha cambiato e magari rovinato il modo in cui la gente comunica?». L’uomo che ha portato su Facebook un abitante della Terra su quattro risponde così «Se avessi pensato che roviniamo la comunicazione, avrei cambiato il prodotto. La maggior parte delle persone non usa Facebook come sostituto della comunicazione reale, nulla sostituisce la realtà ma Facebook dà la possibilità di comunicare a chi normalmente non lo farebbe».
Zuckerberg ha incontrato nel corso della giornata il Premier Renzi che gli ha donato il libro De amicitia di Cicerone ed anche il Papa con il quale ha ampiamento colloquiato.
“La cosa più importante è per noi il Safety check, che quando c’è un disastro serve per avvisare i nostri cari che sono salvi: in momenti così è tutto quello che davvero importa. Circa la metà degli italiani iscritti a Facebook e residenti nelle zone del terremoto lo hanno usato. Ma noi vogliamo fare di più, e abbiamo cominciato a lavorare con la Croce Rossa, donando mezzo milione di euro».. E aggiunge: «C’è una terza cosa di cui sono veramente orgoglioso. C’era un ristorante che per ogni piatto di pasta di amatriciana (si dice così?) donava un euro per la ricostruzione di Amatrice. 700 ristoranti hanno adottato questa iniziativa: è un esempio di come la comunità si è unita intorno a questo disastro, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Ecco, questo credo sia il nostro compito, connettere le persone tra loro e con quello che a loro interessa».
Così la domanda di Davide, napoletano, pare assai opportuna: «Facebook diventerà un editore?». Zuckerberg, che pure ha concluso accordi con giornali e siti di tutto il mondo, nega: «No, siamo un’azienda tecnologica, non una media company. Produciamo strumenti e non contenuti. Una volta ognuno attingeva le notizie alla sua fonte preferita, ignorando le altre, ma con il Newsfeed di Facebook vediamo anche i contenuti dei nostri amici, che sono molto diversi da quello che sceglieremo noi, e questo apre la possibilità di discussioni e scambi di idee».
«Viene voglia- continua il leader di FB- di creare una impresa qui in Italia perché voi avete un tessuto, una cultura imprenditoriale davvero molto importante. E quindi sono molto ottimista per il futuro dell’Italia». «sempre più italiani utilizzano Facebook per collegare fra di loro le piccole e medie imprese» e «il 90 per cento degli utenti internet, in Italia sono connessi a piccole e medie imprese: è un dato davvero sorprendente». Come i circa 60 mila che lo hanno seguito in diretta sulla sua pagina Facebook, dove l’intero incontro è stato trasmesso in streaming.
Mark ricorda anche che sono circa 29 milioni gli italiani iscritti al social network. Il fondatore di Facebook, infine, rispondendo a un’altra domanda aggiunge che «per costruire un’impresa serve imparare quanto più possibile, il più velocemente possibile». Anche dal fallimento: «Non saremo giudicati alla fine per i nostri fallimenti ma per quanto abbiamo contribuito a cambiare il mondo».
Grazia Crocco