I programmi dell’Europa

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Dal 1 novembre 2014, per 5 anni, il lussemburghese Jean-Claude Juncker eserciterà il ruolo di Presidente della Commissione europea. Tutte le fasi della sua elezione si sono svolte in perfetta conformità alle disposizioni introdotte con il Trattato di Lisbona:

1) Il 27 giugno 2014 il Consiglio Europeo, tenendo conto delle elezioni al Parlamento Europeo del 25 maggio(che hanno visto il gruppo politico PPE ottenere la maggioranza dei seggi) e dopo aver tenuto le opportune consultazioni, ha proposto al Parlamento europeo il candidato Juncker come Presidente della Commissione.

2) Il 15 luglio Juncker è stato eletto da una maggioranza dei membri del Parlamento europeo con 422 voti a favore.

La procedura seguita, la cosiddetta Spitzenkandidaten, ha permesso al Parlamento europeo, per la prima volta nella storia dell’UE, di eleggere il Presidente della Commissione europea (riducendo ulteriormente la problematica del presunto deficit democratico dell’Unione). Questa “pratica”, tuttavia, sarà riconsiderata in autunno dal Consiglio Europeo a causa delle riserve avanzate da alcuni capi di governo.

In particolare i primi ministri inglese e ungherese, rispettivamente David Cameron e Viktor Orbán, che hanno votato contro la nomina di Juncker, e il primo ministro olandese Mark Rutte. Cameron è stato tanto contrariato dalla nomina di Juncker da prospettare addirittura l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione.

Lo svedese Fredrik Reinfeld e il premier italiano Matteo Renzi, invece, hanno, molto pragmaticamente, richiamato la necessità di evitare valutazioni sul candidato e di considerare la validità del contenuto dell’agenda strategica presentata a tutti i gruppi politici del Parlamento(S&D,ECR,ADLE, PPE,Verdi/ALE ,GUE/NGL e EFDD) durante l’incontro dell’8 e 9 luglio 2014.

In tale documento, intitolato “un nuovo inizio per l’Europa: la mia agenda per il lavoro, la crescita e il cambiamento equo e democratico”, Juncker ha illustrato gli obiettivi da perseguire con le relative misure da adottare qualora fosse diventato presidente.

Nella prima area,“lavoro, crescita, e investimento” ha posto come obiettivi:

il rafforzamento della competitività europea e lo stimolo degli investimenti privati nell’economia reale (in particolare nelle infrastrutture) grazie ad un miglior utilizzo del bilancio comune dell’Unione e della Banca europea d’investimento(BEI) oltre che una maggior focalizzazione e flessibilità negli investimenti che utilizzano fondi pubblici (sempre nel rispetto del Patto per la stabilità e la crescita);la creazione di lavoro attraverso la presentazione di un Pacchetto per il lavoro, la crescita e l’investimento (successivo alla Garanzia Giovani)

In merito al ”Mercato unico digitale”, ha auspicato la creazione di un campo di regole comuni per un globale sfruttamento delle opportunità offerte dalle tecnologie digitali. In pratica: una riforma della regolamentazione delle telecomunicazioni, tramite l’adattamento delle regole del diritto d’autore alla “rivoluzione digitale” e al differente comportamento dei consumatori; la conclusione dei negoziati sulle regole comuni di protezione dei dati, nella gestione delle onde radio e il rinnovamento; la semplificazione delle regole dei consumatori per gli acquisti online e digitali.

Per il settore “Unione energetica e politiche climatiche” ha manifestato il desiderio di una diversificazione delle fonti di energia ed una riduzione dell’alta dipendenza energetica (soprattutto gas e benzina) dell’Europa grazie alla creazione di una nuova Unione energetica in grado di: condividere risorse e infrastrutture; rafforzare il proprio potere negoziale nei confronti di paesi terzi; divenire il primo produttore mondiale nelle energie rinnovabili. In relazione al mercato interno si è prefissato come obiettivi il mantenimento della leadership globale europea nei settori industriali strategici (automobilistico, aeronautico, ingegneristico, spaziale, chimico); l’innalzamento del PIL dell’UE al 20% entro il 2020, da meno del 16%; lo stimolo degli investimenti nelle nuove tecnologie ed una facilitazione dell’accesso ai mercati e alla finanza, in particolare per le piccole medio imprese. Inoltre ha ricordato la necessità di completare la risoluzione dei problemi del settore bancario tramite lo sviluppo di più stretti controlli sulle banche attraverso un meccanismo di vigilanza unica bancaria (Single Supervisory Mechanism ) e un meccanismo unico di risoluzione ( Single Resolution Mechanism,SRM) con un fondo unico di risoluzione (Single Resolution Fund,SRF) costruito progressivamente. Infine per migliorare il finanziamento dell’economia e accrescere l’attrattività dell’Europa per gli investitori, tagliando il costo della ricerca dei capitali e riducendo l’elevata dipendenza delle piccole e medio imprese dal finanziamento bancario, Juncker ha proposto un’integrazione delle regole europee per le banche con l’unione di un mercato di capitali.

In merito all’Unione economica e monetaria sono stati previsti un rafforzamento ed una revisione orientata alla stabilità dei pacchetti legislativi “six-pack”(entrato in vigore il 13 dicembre 2011) e “two-pack”; ancora proposte per incoraggiare ulteriori riforme strutturali, se necessario attraverso incentivi finanziari e una definita capacità fiscale al livello dell’Eurozona; una proposta per una rappresentanza esterna dell’Unità economica e monetaria più efficiente. Rilevante il richiamo di Juncker ad un ribilanciamento delle modalità di supporto alla stabilità per i paesi dell’Eurozona, sostituendo la “troika” con una struttura democraticamente legittimata e responsabile delle proprie azioni. Infine, per perseguire un’economia sociale di mercato della quale si è dichiarato strenuo sostenitore, ha auspicato il passaggio di ogni programma di supporto e riforma attraverso una valutazione d’impatto sociale oltre che di sostenibilità fiscale.

In merito ad un accordo di libero scambio con gli USA Juncker ha precisato di non voler sacrificare sull’altare del libero scambio la diversità culturale europea in merito ai requisiti sociali, di salute e di protezione dei dati.

Nell’area giustizia e diritti fondamentali gli obiettivi prefissati sono stati: la lotta alla discriminazione; la protezione dei dati; la lotta alla criminalità e al terrorismo; la cooperazione giudiziaria tra gli stati membri. Al fine di concludere l’ingresso dell’Unione alla Convenzione europea dei diritti umani(CEDU) è stata proposta la nomina di un commissario con una specifica responsabilità per la Carta dei diritti fondamentali e lo Stato di diritto.

In merito alle politiche europee d’asilo e immigrazione atte a rendere sicuri i confini europei, il fine ultimo invocato è stato la prevenzione del flusso incontrollato di migranti illegali, realizzabile tramite un rafforzamento delle capacità operative dell’agenzia di frontiera FRONTEX.

In relazione all’azione esterna dell’Unione Juncker: ha auspicato che il nuovo Alto rappresentante per gli Affari esteri e la politica di sicurezza riesca a trovare la giusta combinazione tra strumenti europei e nazionali e ad agire in concerto con i commissari europei del commercio, dello sviluppo, aiuto umanitario e politiche di vicinato; richiama, inoltre, la necessità di una pausa atta a consolidare i rapporti tra gli attuali membri prima di un ulteriore allargamento.

Infine, in merito all’area della “legittimità democratica” ha dato priorità all’instaurazione di un dialogo con il Parlamento europeo politico anziché tecnico e l’istituzione di un registro obbligatorio delle lobbies al fine di tenere informati sui vari incontri tra rappresentanti dell’UE e lobbisti tutti i cittadini in nome di una maggior trasparenza.

In conclusione il candidato alla presidenza della Commissione ha promesso di ricercare un maggior coinvolgimento dei parlamenti nazionali per rafforzare il principio di sussidiarietà ed avvicinare l’Unione europea ai cittadini.

Gaetano Matarese

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